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Non ci siamo mossi di un millimetro

 Non ci siamo mossi di un millimetro: stiamo precipitando. https://waldcosmo.blogspot.com/2021/05/exit-filosofie-dellaperto.html?m=1

Un sintetico giudizio complessivo sul 2023

 "L'anno precedente eravamo sull'orlo del baratro, quest'anno abbiamo fatto un grande passo in avanti."

CHTULUCENE FASCISTA

 Salvini & C. hanno ragione: nella società ipertecnicista - o società transumana, o società della Grande Macchina, o società della Rete, espressioni che si equivalgono - non può esistere il diritto di sciopero . Non può esistere il conflitto, il dissenso, la ribellione; non può esistere la differenza; non possono esistere dissidenti di alcun tipo, non possono esistere neanche un reale dibattito, una reale contrapposizione di idee, punti di vista e ideali e interessi e desideri e progetti e sogni e obiettivi e visioni del mondo della vita e della società differenti, e quindi non può esistere neanche una reale opposizione: cioè   una reale cultura sociopolitica (o spirituale, esistenziale, artistica, economica: eccetera) alternativa. Lo si è visto, molto chiaramente, e già del tutto in atto, per esempio nel periodo del Covid. Forse qualcuno non se ne è ancora accorto, o finge di non accorgersene, ma l'intero mondo della seconda metà del '900, e tutto ciò, ma proprio tutto, su

Un buon articolo sulla terrificante condizione inumana delle carceri su Il manifesto

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STABAT NUDA AETERNA AESTAS

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Ritorna l’antica estate, Con il suo orrore di catrame Nero olioso cocente, E i suoi segreti misteri Di italiche case, fabbriche e giardini Abbandonati Con cornacchie falene nudi spettri e rigogliosi fiori purpurei Con il suo melmoso oblio di stagno onirico elettrico Di decomposizione vegetale, animale e umana Con le sue libellule-neon guizzanti flash di ossuto arcano trauma, Con mosche gotiche azzurrine di Droga Bluoltremare di infinite lontananze d’estremi orienti, Con le antiche giovani ninfe arpie Dall’affascinante petto sudato scollato sconvolto E gli occhi di pietra serrati induriti cinici Di cerbiatte avventurose spaventate romantiche Sognanti deliranti guerriere.   Torna l’antica estate Con le sue storie intricate Di ragni velenosi turgidi e rudi grattacieli trasparenti E neri temporali e leggende metropolitane terrifiche D’armageddon e eden, Con i suoi ricordi smemorati d’altre ere, Di contadini smagriti dal cappio Di indolente gi

MANIFESTO DELLA POESIA CONVIVIALE-LIBERTARIA

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  La poesia non è un genere letterario. Nasce nel rito, nel proto-teatro, nei Misteri primordiali. O forse nasce ancora prima del rito, del mito, come suggeriscono quelle ipotesi filosofiche (Rousseau, Hamann, ripreso da Jünger, in un certo senso Klages, in un certo senso anche Heidegger) che identificano l’origine stessa del linguaggio nella poesia: in un idioma-origine, costituente una dimensione musicale-sonora, lirico-associativa, intuitivo-immaginifica, incantata, cantata, magica. O meglio, pre-magica: precedente la stessa divisione tra magico e ordinario, tra profano e sacro, tra consacrato e non, tra sovrannaturale e naturale. Una dimensione-origine-unità, in cui   t u t t o   è indifferenziatamente “pieno di dei”, potremmo dire noi, ma in realtà molto, molto tempo prima della nascita degli dei, degli eroi, della religione, del mito, della civiltà, della divisione del lavoro, della divisione in diverse funzioni sociali, prima del poeta, dell’artista, dello sciamano, del

RITRAENDO IN MENTE MIA LA FISIONOMIA IMMAGINARIA D’UN LAGO REALE - ( Weird rurale e poesia, I) -

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  Quando l’ombre si specchiano dei primi monti Nell’acque che risplendono della prima sera Rammentano d’altre ere altri tramonti, Un più arcano irrompere della primavera.   Quando fui oplita, cacciatore, guerriero celta Donna sapiente o prete di campagna, In cortili dall’ombre più nere, Dalle trame più luminose di misteri, Dalle voci sibilline più chiare   Quando la donna sapiente Al chiarore della luna piena Vagava per le tue rive solitaria In cerca di un amuleto antico,   Quando il mannaro si tuffava nell’abisso Per rispondere al richiamo di una strana chimera oscena, Che ululava dolci canti dal ventre algoso di un relitto perduto Al rintocco di un timpano nemico,   Quando l’alchimista aristocratico Si rinchiudeva per giorni e notti Nella torre più alta della sua villa, Per essere più prossimo Alle maree dei flussi stellari Alla ragnatela delle pulsazioni cosmiche E intravedere al culmine d’un istante di follia limpida, Il palli

Nuove città eternamente invisibili - Mitatoneira

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  Mitatoneira ha l’anima di una gelida ninfa eterna, eternamente selvatica e ribelle, e il cuore di una strega candida e ossuta che vive fuori dal tempo. Il suo corpo è composto di neve, brina, nebbia, smog, galaverna, pioggia, rugiada e asfalto. Cattedrali di ghiaccio oscuro, giganteschi pinnacoli di vento splendente, ciclopiche guglie oscene neogotiche sormontate da coorti di immani gargoyle maligni, e fiumi di flussi di dati e coscienza in deriva luminosa lo infestano, come lebbra iridescente, voluttuosa, necrofila, come tumori di rapinosa estasi febbricitanti. Il suo corpo è uno specchio esatto e sognante, terrifico e fantastico, in cui l’osservatore che lo contempli per un certo tempo – specialmente se ha vissuto per lunghi anni a Mitatoneira, ma il bizzarro fenomeno può arrivare anche allo spettatore occasionale, allo straniero, all’estraneo, al mendicante cieco – ha la sensazione di sprofondare nel miraggio di stare scrutando i più profondi, labirintici recessi di

- senza titolo n. 1 -

  Cocci di vetro colorati Malleati dalle correnti. Così l'uomo volentieri alleva Favole in cui credere.

NO TAV NO GREEN PASS NO LOGO NO GRANDI OPERE NO GDO NO TRANSUMANISMO NO TECNOCRAZIA NO FASCISMONAZISMO NO INTEGRALISMI RELIGIOSI NO AUTORITARISMO NO CLERICOFASCISMO NO FAMILISMO NO AD OGNI MORALISMO NO ALL'IDEOLOGIA DELLO SVILUPPO NO AL CAPITALISMO DELLA SORVEGLIANZA NO ALL'ALIENAZIONE AUTOMA NO DESERTIFICAZIONE DELLA TERRA NO VIRTUALIZZAZIONE DELL'ESISTENZA NO AD OGNI FORMA DI TOTALITARISMO